(Pisa, 1971) architetto e dottore di ricerca in Scienze della Rappresentazione, già docente incaricato nelle Facoltà di Architettura di Firenze e di Genova, fonda nel 2003 lo studio Archèlab occupandosi di progettazione architettonica e urbana alle diverse scale di intervento. Dal 2007 è Consigliere direttivo del CISPUT, Centro Internazionale per lo Studio dei Processi Urbani e Territoriali.
Ha partecipato a numerosi concorsi nazionali e internazionali ricevendo premi e menzioni. I suoi progetti sono stati esposti alla “X Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia” e in altre esposizioni nazionali. I suoi disegni sono pubblicati su importanti riviste digitali tra cui The Architectural Review Folio e Industriarchitettura. Connessioni critiche.
Tra le principali pubblicazioni monografiche inerenti il disegno d’architettura e di paesaggio si annoverano: Shining Dark Territories. 100 thoughts of architecture (con A. Melis, Pisa 2015), Saverio Muratori. Architetture interrotte/Unbuilt Masterworks, (Pisa, 2012), Disegni d’architettura e di paesaggi. Appunti del Corso di Rappresentazione della città, del territorio e del paesaggio, (Pisa, 2010); ArchCube. Esperienze di Progettazione Architettonica Assistita, (Firenze 2006).
Dal 2009 è direttore delle collane editoriali Architetture/Paesaggio (Istos Edizioni) e Le ragioni del disegno (ETS)

I suoi disegni indagano un nuovo rapporto tra artificio, struttura e natura. Nuovi organismi immaginari e metafore architettoniche, paesaggi simbolici, epifanie di luoghi manifestano uno stato di disagio nei confronti di certe condizioni urbane. Archetipi e simboli riportano lo sguardo a una dimensione astratta, necessaria per riflettere sul significato dell’architettura. Espressioni inconsce che si concentrano nelle forme disegnate per dar vita alle ‘città analog(ic)he’, evidente segno di perdita della sostanza stessa dell’architettura. Mondi rappresentati che nascondono la voglia di inserirsi nella realtà materica. Disegni che raccontano di contrapposizioni e di distanze, trasformazioni di una città effimera in fuga verso realtà ignote. Memorie. La città e i suoi spazi viene fagocitata dalle strutture che realizzano nuovi scenari urbani. Una perenne metafora della nostra società contemporanea, delle nostre ansie, delle nostre paure, del nostro dover essere perennemente moderni. Sono riflessioni guidate dal disegno che si trasformano in nuove connessioni e nuove visioni critiche. Una narrazione libera che – proprio per la sua volontà di non essere moderna a tutti i costi – costruisce nuove basi di ricerca sulle forme artificiali che saranno alla base di un futuro possibile, creando così nuovi scenari per le città degli uomini.